L’albicocco è uno dei tipici alberi da frutto a carattere produttivo che viene sfruttato per la dolcezza dei frutti che sviluppa ma anche dal bell’aspetto dei fiori che come da tradizione, anticipano la fruttificazione, si tratta di un albero che può avere varie dimensioni e dopo vari secoli di adattamento, può considerarsi abbastanza duttile.
Potare l’albicocco rappresenta una fase molto delicata ma anche importante per questa pianta, che in condizioni favorevoli, terreno adatto e sufficiente spazio, può superare i 7 metri, e produrre svariate centinaia di frutti nell’arco di un’intero contesto produttivo. Un tempo legata soprattutto all’Oriente e dalle aree corrispondenti al Caucaso, da tempo è riscontrabile anche in ambiti più miti.
Le tempistiche legate alla potatura sono molto importanti perchè determinano un buon raccolto inteso come tale, oltre a preservare la salute della pianta, la prepara anche alla stagione successiva. Come per altri alberi dello stesso gruppo produttivo anche l’albicocco ha delle sorte di “regole” e tempistiche legate alla potatura, da seguire.
Evoluzione dell’albicocco
Fa parte della famiglia delle Drupacee, che identifica buona parte delle specie di albero in grado di produrre per diversi mesi l’anno, generalmente quelli più caldi – temperati, frutti succosi dalla maturazione mediamente rapida, contraddistinti da un seme piuttosto voluminoso al centro. Le origini dell’albicocco e dei suoi frutti sono piuttosto antiche.
Gli storici occidentali lo hanno documentato infatti sicuramente nel periodo antico ma le forme selvatiche di questa pianta sembrano essere corrispondenti ad una crescita spontanea intorno alle aree più ai limiti del confine russo da parte della Cina, solitamente queste varianti dell’albicocco erano solite crescere nelle aree più rigide e quindi a temperature ridotte.
Fino a non troppi secoli fa infatti l’albicocco non era portato a svilupparsi ad altitudini più mediterranee, ma con il lavoro di incroci e selezionatura, questa è divenuta una pianta adatta a temperature più miti, condizione che ha portato anche a strategie ben precise nell’ambito della cura e della potatura, specialmente nell’ottica di produrre frutti.
Quando potare?
Quando è il periodo per potare l’albicocco? In realtà non esiste una sola data, ma molto è gestito e definibile dalla presenza di condizioni: generalmente si sceglie di potare in contesti intermedi, non appena termina la produzione di frutti, quindi tarda estate – inizio di autunno, ma si può anche scegliere di farlo subito dopo la fine dell’inverno.
Dipende dal luogo e dal tipo di annata con annesse temperature, generalmente infatti è bene farlo abbastanza lontano dalle gelate dell’inverno, che può compromettere la ripresa dell’albero. La potatura più importante è sicuramente questa, chiamata per l’appunto potatura secca, che definisce gli interventi di riduzione dei rami, specialmente quelli superflui, fino ad ambiti più mirati.
Bisogna considerare anche l’età della pianta, l’albicocco infatti come altre drupacee se è molto giovane (ovvero entro i 4-5 anni di età) non è ancora pronto per sviluppare frutti, però può essere seppur leggermente, potato, al fine di rinnovarne la chioma e dare una forma che poi sarà quella definita negli anni successivi, si chiama infatti nelle fasi iniziali potatura di formazione.
Strategie di potatura
Una volta stabilito il periodo giusto, la potatura pre o post invernale, iniziando con un controllo visivo della pianta, vanno spuntati o eliminati i rami intersecati tra di loro, ma anche quelli troppo vicini o che hanno una forma totalmente orizzontale, questi saranno infatti meno produttivi rispetto a quelli disposti ad “andare” verso l’alto, in senso generale.
Poi si passa alle ramificazioni secche, quelle spezzate, e quelle che semplicemente non hanno gemme, o che sono troppo sottili. I tagli vanno sempre effettuati con un intervento molto netto, a secco, evitando di lasciare residui, apportando un taglio subito sopra la gemma, di forma inclinata quindi con una forma a taglio di 45 gradi di inclinazione.
I rami più legnosi sono quelli da regolarizzare, scegliere però solo quelli davvero più tendenti al grigio rispetto al verde – marone, potandoli sulla diramazione tra il ramo principale e quello secondario laterale, in posizione esterna. Questo serve a ridurre la quantità di tempo alla pianta, necessario per svilupparsi ulteriormente, nelle fasi successive.
Potatura estiva
Una potatura più mirata è necessaria anche tra aprile e maggio, o anche giugno in alcuni casi, concentrandosi sulla presenza di fogliame eccessivo, fino a rimuovere i polloni che sono delle nuove ramificazioni che dalla primavera in poi sviluppano sulla pate inferiore dell’albicocco. Questi sono “normali” nella crescita ma la loro permanenza rallenta la produttività della pianta.
E’ anche il mese per verificare la differenzazione delle gemme, esponendo al sole e cimando potenzialmente quelle che non sono ancora totalmente aperte.
Generalmente più la crescita dell’albicocco appare rapida ed in salute, meno sono necessari interventi radicali, la potatura va prima di tutto considerata una operazione di “liberazione” dalle parti inutili.